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Controlli in stazione: due denunciati

Un 30enne finito nei guai per minaccia aggravata in quanto fatta con un collo di bottiglia infranto l’altro per porto abusivo di armi per il possesso di un cutter [.....]
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Lettera aperta di cui non fregherà niente a nessuno

Di passaggio a Reggio Emilia, stazione storica (non quella supermoderna che sta chilometri fuori dal centro, due stazioni per 180mila abitanti, quando si dive avere culo), e mentre aspetto notizie circa il mio appuntamento che causa avaria ritarderà una ventina di minuti, vengo assalito dai fanatici di quella setta religiosa, una delle tante, per i quali è parte del loro credo importunare pesantemente i passanti, o coloro che stanno tranquillamente per i fatti loro in attesa di continuare a fare i fatti loro, con quello che essi raccontano essere la parola del loro dio. E non c’è verso di dissuaderli.

Si avvicina così il giovane di etnia africana di corporatura al quale non faccio finire il “Posso…” rispondendo con ferma gentilezza: “Non sono un uomo socievole, si allontani per favore”; non basta il successivo “Non voglio sentire nulla su quello che lei chiama dio”; non basta nemmeno il “Do stop bloody talk to me”. Il poverino insiste: si sente dentro la sua missione. Gli spiego che la molestia può sfociare nel reato. Non capisce. Ripeto con fermezza: chiamo la Polizia. “Fai come vuoi, ho il diritto i fare quello che voglio”.

L’articolo 660 del Codice Penale stabilisce che:

“Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito, a querela della persona offesa, con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516.

Si procede tuttavia d’ufficio quando il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità.”

Così chiamo la Polizia. Appena capisce che faccio sul serio si allontana e scompare. Dissolto nella sua pinguedine. Faccio ciò che devo, spiego e spiegone e me ne posso stare tranquillo. Nulla in contrario a che le persone ne avvicinino altre con il desiderio di renderle più felici in nome di un dio qualsiasi o per buon cuore. Ma il limite tra il proprio insulso fervore, la propria stitica sensibilità e la rottura di coglioni deve essere invalicabile e non soggetto ai “faccio quello che mi pare”.

 

 

(28 giugno 2025)

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