
di
Giancarlo Grassi #Lopinione
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Dopo i disastri di
Matteo Salvini ecco pronta la svolta neo-putrescente della
Lega di Salvini o Zaia che dir si voglia che, stanca dei fallimenti su scala nazionale, imbraccia nuovamente il
fucile filoveneto della indipendenza del Nord, dimenticandosi che a bloccare in parlamento le richieste di autonomia di Emilia-Romagna e Veneto è stata proprio la
Lega.
Siamo al nuovo già putrefatto. Così che tocca informarvi, come già ha fatto La Stampa con i suoi lettori, che
il nuovo [sic] corso della Lega a direzione collegiale che prevede lo sganciamento dal
gruppo sovranista a Bruxelles, con tanto di saluto alla bionda
Le Pen, l’orginale, non la sua urlante imitazione dalla Garbatella, e
pare anche a quelli di
Visengrad, ma non si sa perché lì ci sono altre storie che vanno ad incidere nel filo-putinismo e su altre storie sulle quali la storia – speriamo prossima ventura – farà ampia luce.
Il prossimo gruppo al quale approdare potrebbe essere quello dei
Popolari Europei, ma per un lungo periodo la Lega in Europa potrebbe rimanere nella terra di nessuno, o degli scappati di casa, perché le trattative potrebbero durare a lungo, visti anche i buoni esempi lasciati dal buon
Salvini. Succede infatti che la strada per i
Conservatori sia già bloccata dalla presenza di
Fratelli d’Italia (l’Italia si pesta) di
Meloni e camerata. Scrive
La Stampa:
Se vuole candidarsi alla premiership del centrodestra e non trovarsi contro la Bce, le Cancellerie europee del Vecchio Continente, oltre alla finanza che decide il corso dello spread e l’acquisto dei titoli italiani, il leader del Carroccio deve darsi una regolata. E quale migliore scudo del Partito Popolare europeo. Silvio Berlusconi glielo dice da anni, Giancarlo Giorgetti idem. In una intervista a Repubblica ha detto chiaro e tondo che a decidere in che gruppo transitare non saranno i parlamentare europei ma lui e Salvini. «Stiamo facendo le opportune valutazioni politiche. Siccome non siamo completamente tonti, ragioniamo», ha spiegato Giorgetti.
La faccenda si fa complicata perché
Salvini su
Merkel, sull’Europa e sui
Popolari Europei ne ha dette di tutti i colori senza risparmiarsi, come è costume di quelli che “non siamo completamente tonti”, così toccherà stare alla finestra. E’ noto del resto che
la Lega si è astenuta sulla mozione di condanna contro Lukashenko che ora
Giorgetti taccia di “errore madornale” come se lui mentre la Lega votava a Bruxelles facesse parte del PD.
La dichiarazione fa un po’ ridere perché
Giorgetti, nella
Lega, è il responsabile esteri. Così come fa sbellicare il timore che
Salvini sia incapace dell’inversione a U necessaria. Pur di stare dove sta l’uomo è disposto anche a guidare a sinistra (dato che dai comunisti pro liberalizzazione della marijuana viene)…
Insomma non mancheranno le cose da mettere a posto. A riuscirci.
(27 settembre 2020)
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