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Parco fotovoltaico a Scandiano: CIA Reggio dice no al maxi-impianto su suolo agricolo

di Redazione Scandiano

CIA Reggio si schiera fermamente contro l’installazione di maxi-impianti fotovoltaici a terra sui terreni agricoli, ribadendo che il suolo è una risorsa fondamentale per la produzione di cibo e per la sicurezza alimentare.

La posizione di CIA Reggio deriva dal dibattito nato in seguito alle dichiarazioni del sindaco di Scandiano, Matteo Nasciuti, e dell’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi, i quali hanno espresso chiara contrarietà al progetto di un parco fotovoltaico di 10,8 ettari (circa 14 campi da calcio) in una zona a forte vocazione agricola.

“Siamo pienamente allineati con le posizioni espresse da Mammi e Nasciuti: l’agricoltura reggiana, cuore pulsante della nostra economia, non può e non deve essere cannibalizzata per scopi energetici”, afferma Lorenzo Catellani, presidente di CIA Reggio. “La nostra battaglia è chiara e coerente con la posizione a livello nazionale di CIA: diciamo un fermo ‘no’ al consumo di suolo agricolo fertile. In un contesto internazionale sempre più fragile, in cui la sicurezza alimentare è una priorità, è inaccettabile che i nostri terreni migliori, vocati alla produzione di cibo, vengano coperti da pannelli per decenni. Il nostro territorio offre eccellenze che tutto il mondo ci invidia, e non possiamo permetterci di compromettere questa straordinaria capacità produttiva, a favore di un’energia che potrebbe essere generata altrove”.

“L’energia va prodotta, ma non a discapito della terra fertile che dovremo lasciare in eredità alle prossime generazioni – rimarca -. Le alternative ci sono e sono concrete, come l’installazione su tetti di capannoni, stalle e aree dismesse. Chiediamo una legislazione chiara che promuova una vera sostenibilità, che non sia solo energetica ma anche ambientale e sociale, proteggendo il nostro patrimonio per il futuro dell’agricoltura e dell’intera comunità”.

“La transizione energetica è un obiettivo comune, ma deve essere affrontata con intelligenza e rispetto per l’ambiente e l’economia locale – conclude Catellani -. Non possiamo accettare soluzioni che mettono in competizione la produzione di energia con quella del cibo. La terra agricola è un bene comune e la sua perdita ha un costo che va ben oltre l’aspetto economico: incide sulla biodiversità, sulla stabilità del paesaggio e sulla capacità del nostro territorio di sostenersi. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare il suolo agricolo e di orientare gli investimenti verso le soluzioni più sostenibili, come l’installazione su tetti e aree dismesse. Solo così potremo garantire un futuro equilibrato per l’agricoltura e per l’intera comunità”.

Così la nota stampa inviata in redazione.

 

 

 

(27 agosto 2025)

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